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In vigore al: 21/08/2015

Corte costituzionale - Sentenza N. 315 del 30.11.2009
Tutela delle acque, dell'aria e del suolo - gestione dei rifiuti - competenza statale in materia di tutela dell'ambiente

Sentenza (30 novembre) 4 dicembre 2009, n. 315; Pres. Amirante, Red. Tesauro
 
Ritenuto in fatto 1. – Il Presidente del Consiglio dei ministri, con ricorso notificato il 12-19 agosto 2008, depositato il successivo 20 agosto 2008, ha proposto questione di legittimità costituzionale, in via principale, dell'art. 14, commi 1, 2 e 5, dell'art. 15, commi 3, 4 e 6, e dell'art. 16, commi 1, 4, 6 e 7, della legge della Provincia autonoma di Bolzano 10 giugno 2008, n. 4 (Modifiche di leggi provinciali in vari settori e altre disposizioni), per contrasto con l'art. 117, commi primo, secondo, lettera s), e terzo della Costituzione e con gli articoli 8, 9 e 99 dello statuto speciale di autonomia di cui al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670 (Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige).
2. – Il ricorrente premette, in linea generale, che, sebbene la Provincia autonoma di Bolzano, ai sensi dell'art. 8, comma 1, punti nn. 5 e 6, dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige, sia titolare di una potestà legislativa primaria in materia di «tutela del paesaggio» e di «urbanistica» e, ai sensi dell'art. 9, punto n. 10, del medesimo statuto, di una competenza legislativa concorrente in materia di «igiene e sanità», spetta in via esclusiva allo Stato, ai sensi dell'art. 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione la potestà di disciplinare l'ambiente nella sua interezza, secondo la giurisprudenza costituzionale. Compete, pertanto, allo Stato – ad avviso della difesa erariale – dettare le norme di tutela che hanno ad oggetto nel suo complesso l'ambiente, bene che inerisce ad un interesse di rango costituzionale primario, per il quale deve essere garantito, come prescrive il diritto comunitario, un elevato livello di tutela, inderogabile da parte delle altre normative di settore. Il ricorrente aggiunge che tale disciplina unitaria del bene complessivo “ambiente” viene a configurarsi come limite all'intervento legislativo delle Regioni e delle Province autonome nelle materie di loro competenza, essendo queste ultime vincolate al rispetto dei livelli minimi ed uniformi di tutela posti in essere dalla legislazione statale, ex art. 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, oltre che al rispetto della normativa comunitaria di riferimento, secondo quanto disposto dall'art. 8, comma 1, dello statuto e dall'art. 117, primo comma, della Costituzione.
3. – Sulla  base  di  queste  premesse, il ricorrente impugna, in  primo luogo, l'art. 4, comma 2, della citata legge provinciale n. 4 del 2008, nella parte in cui, modificando la legge provinciale 18 giugno 2002, n. 8 (Disposizioni sulle acque), provvede a definire le acque reflue urbane come «il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque reflue industriali ovvero meteoriche di dilavamento convogliate in reti fognarie, anche separate e provenienti da agglomerato», in difformità con la definizione che delle acque reflue urbane detta l'art. 74, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), come modificato dal decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4 (Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale), secondo cui devono essere definite acque reflue urbane le «acque reflue domestiche o il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque reflue industriali ovvero meteoriche di dilavamento convogliate in reti fognarie, anche separate e provenienti da agglomerato».
A giudizio del ricorrente, così disponendo, la citata norma lederebbe l'art. 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione e gli artt. 8 e 9 dello statuto, di cui al d.P.R. n. 670 del 1972, in quanto, ponendosi in contrasto con la definizione che delle acque reflue urbane detta l'art. 74, comma 1, lettera i), del d.lgs. n. 152 del 2006, violerebbe i livelli uniformi di tutela ambientale dettati dal legislatore statale.
3.1. – Viene, poi, censurato l'art. 15, commi 3 e 4, della legge provinciale n. 4 del 2008, nella parte in cui sostituisce l'art. 5 della legge provinciale 16 marzo 2000, n. 8, in materia di autorizzazione ed esercizio degli impianti che producono emissioni in atmosfera, consentendo che il gestore metta in esercizio impianti che producono emissioni, prima che l'Agenzia provinciale per l'ambiente esegua il collaudo e rilasci l'autorizzazione. Tale disposizione determinerebbe una lesione dell'art. 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione e degli artt. 8 e 9 dello statuto, ponendosi in contrasto sia con l'art. 269 del d.lgs. n. 152 del 2006, il quale dispone che per tutti gli impianti che producono emissioni debba essere richiesta un'autorizzazione ai sensi della parte quinta dello stesso decreto, sia con l'art. 279 del medesimo decreto, che individua una specifica sanzione per chi inizi ad installare o metta in esercizio un impianto o eserciti un'attività in assenza della prescritta autorizzazione.
3.2. – Analoghe censure sono, inoltre, rivolte nei confronti dell'art. 15, comma 6, della medesima legge provinciale n. 4 del 2008, il quale modifica l'art. 7 della legge provinciale n. 8 del 2000, stabilendo che un impianto termico possa definirsi civile quando la produzione di calore è “prevalentemente” destinata al riscaldamento di edifici o al riscaldamento di acqua per usi igienici e sanitari, in contrasto con l'art. 283, comma 1, lettera d), del d.lgs. n. 152 del 2006, il quale definisce come impianto termico civile «l'impianto termico la cui produzione di calore è destinata, anche in edifici ad uso non residenziale» – esclusivamente – «al riscaldamento o alla climatizzazione di ambienti o al riscaldamento di acqua per usi igienici e sanitari». A giudizio del ricorrente, la mancata riproduzione di tale esclusività contemplata dalla norma statale non solo comprometterebbe l'esigenza di uniformità di disciplina perseguita dal legislatore nazionale, ma determinerebbe “discrasie” nella regolamentazione della materia, contrarie agli scopi della legge statale in punto di sicurezza degli impianti e di controllo delle emissioni. Ciò, in quanto sarebbe sottratto dal campo di applicazione del titolo I della parte quinta del d.lgs. n. 152 del 2006, un numero elevato di impianti che, ove fossero qualificati come “termici civili”, sarebbero assoggettati alla disciplina meno rigorosa del titolo II della parte quinta del predetto decreto, non essendo tali impianti, ad esempio, assoggettabili alla preventiva autorizzazione di cui all'art. 269 del medesimo decreto, ma ad una mera denuncia di installazione o modifica.
3.3. – Il ricorrente impugna, ancora, l'art. 16, comma 1, della legge citata, il quale, sostituendo la lettera c) del comma 1 dell'art. 3 della legge provinciale 26 maggio 2006, n. 4, provvede a riformulare la definizione di «sottoprodotto», prescrivendo, in particolare, al punto n. 5, che «la Giunta provinciale stabilisce i criteri secondo i quali le terre e rocce da scavo sono considerati come sottoprodotti».
Tale disposizione sarebbe incostituzionale per le medesime ragioni poste a base della sentenza n. 62 del 2008 della Corte costituzionale, ponendosi in contrasto con la direttiva 5 aprile 2006, n. 2006/12/CE (Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai rifiuti), «atta ad integrare il parametro per la valutazione di conformità della normativa regionale all'ordinamento comunitario, in base all'art. 117, primo comma, della Costituzione».
3.4. – Analoghe censure sono proposte, inoltre, dal ricorrente in ordine all'art. 16, comma 4, che sostituisce la lettera b) del comma 3 dell'art. 19 della citata legge provinciale n. 4 del 2006. La disposizione impugnata prevede l'esonero dall'obbligo di tenuta del formulario di trasporto dei rifiuti per «i trasporti di rifiuti che non eccedano la quantità di 30 chilogrammi o 30 litri al giorno, effettuati dal produttore di rifiuti stessi non a titolo professionale. In questo caso il gestore dell'impianto di trattamento deve lasciare una conferma scritta, secondo le modalità fissate dalla Giunta provinciale». Secondo il ricorrente tale norma contrasterebbe sia con l'art. 193 del d.lgs. n. 152 del 2006 che esonera dall'obbligo di tenuta del formulario soltanto «i trasporti di rifiuti non pericolosi effettuati dal produttore dei rifiuti stessi, in modo occasionale e saltuario, che non eccedano la quantità di trenta chilogrammi o di trenta litri», sia con l'art. 5, comma 3, della direttiva 12 dicembre 1991, n. 91/689/CEE (Direttiva del Consiglio relativa ai rifiuti pericolosi), il quale dispone che «i rifiuti pericolosi, qualora vengano trasferiti, devono essere accompagnati da un formulario di identificazione». Anche in questo caso, la disposizione sarebbe incostituzionale per le medesime ragioni poste a base della sentenza n. 62 del 2008.
3.5. – Il ricorrente impugna, altresì, l'art. 16, comma 6, della medesima legge provinciale n. 4 del 2008, nella parte in cui, aggiungendo il comma 3 all'art. 20 della legge provinciale n. 4 del 2006, in materia di Albo nazionale dei gestori ambientali, ha previsto che «Con riguardo all'obbligo ed alle modalità di iscrizione all'albo nazionale, la Giunta provinciale può emanare disposizioni per regolamentare le procedure e l'obbligo di iscrizione». Anche tale disposizione sarebbe costituzionalmente illegittima per le identiche ragioni contenute nella sentenza n. 62 del 2008, ponendosi in contrasto con l'art. 212 del d.lgs. n. 152 del 2006, che disciplina in maniera inderogabile i termini e le procedure di iscrizione all'Albo nazionale dei gestori ambientali, in attuazione di direttive comunitarie (art. 12 della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 2006/12/CE del 5 aprile 2006, relativa ai rifiuti, e, prima, art. 12 della direttiva del Consiglio 75/442/CEE del 15 luglio 1975, relativa ai rifiuti).
Peraltro, secondo la giurisprudenza della Corte costituzionale, il settore delle professioni turistiche ricadrebbe nella materia delle «professioni» nella quale Stato e Regioni hanno competenza legislativa concorrente, ai sensi dell'art. 117, terzo comma, della Costituzione, con la conseguenza che la Regione è tenuta a legiferare nel rispetto dei principi fondamentali dettati dal legislatore nazionale, cui spetta di individuare le figure professionali, con i relativi ordinamenti didattici e l'istituzione degli albi.
3.6. – Il Presidente del Consiglio dei ministri censura, inoltre, l'art. 16, comma 7, della legge provinciale n. 4 del 2008, il quale, sostituendo l'art. 24 della più volte citata legge provinciale n. 4 del 2006, in materia di collaudo ed autorizzazione degli impianti di recupero e di smaltimento di rifiuti, ha introdotto, con il comma 6 del testo sostituito, la previsione che: «Per lo svolgimento delle singole campagne di attività sul territorio provinciale 1'interessato, munito di autorizzazione, rilasciata anche da altre regioni, almeno quindici giorni prima dell'installazione dell'impianto deve comunicare all'Agenzia provinciale le specifiche dettagliate relative alla campagna di attività, allegando l'autorizzazione stessa e l'iscrizione all'Albo nazionale di cui all'art. 212 del d.lgs. n. 152 del 2006, nonché l'ulteriore documentazione richiesta al fine di documentare il rispetto delle norme ambientali. Decorso questo termine ovvero in presenza del nulla osta dell'Agenzia provinciale l'attività può essere iniziata».
Anche in questo caso la norma, secondo la difesa erariale, detta una disciplina difforme dal d.lgs. n. 152 del 2006, che all'art. 208 prevede un termine di sessanta giorni per la comunicazione all'Agenzia provinciale dell'installazione dell'impianto.
La disposizione provinciale sarebbe, dunque, illegittima perché in aperta violazione delle finalità perseguite dal legislatore nazionale, costituite dalla necessità che l'amministrazione possa svolgere un'efficace istruttoria ed un adeguato controllo a garanzia della tutela ambientale, concedendo ad essa un congruo lasso di tempo, oltremodo compresso dalla norma censurata.
La legge provinciale, quindi, dettando disposizioni confliggenti con la normativa nazionale vigente, espressione della potestà legislativa esclusiva statale in materia di tutela dell'ambiente di cui all'art. 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, nonchè con disposizioni comunitarie, in violazione dell'art. 117, primo comma, della Costituzione, eccederebbe dalle competenze provinciali di cui agli articoli 8 e 9 dello statuto speciale di autonomia di cui al d.P.R. n. 670 del 1972.
3.7. – Infine, la difesa erariale impugna l'art. 14, commi 1 e 5, della citata legge provinciale n. 4 del 2008, nella parte in cui, sostituendo il testo in lingua tedesca delle lettere j) e aa) del comma 1 dell'art. 2 della legge provinciale 18 giugno 2002, n. 8, e non riportando la formulazione delle stesse in lingua italiana, violerebbe l'articolo 99 dello statuto speciale di autonomia (d.P.R. n. 670 del 1972) secondo cui la lingua italiana è la lingua ufficiale dello Stato e fa testo negli atti aventi carattere legislativo e nei casi nei quali è prevista la redazione bilingue.
4. – Si è costituita in giudizio la Provincia autonoma di Bolzano, che ha chiesto di dichiarare inammissibile e comunque infondato il ricorso proposto dalla difesa erariale.
In particolare, la resistente sostiene l'infondatezza delle censure sollevate nei confronti dell'art. 14, comma 2, della legge provinciale n. 4 del 2008, nella parte in cui definisce le acque reflue urbane come «il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque reflue industriali ovvero meteoriche di dilavamento convogliate in reti fognarie, anche separate e provenienti da agglomerato», senza contemplare quale autonoma categoria le “acque reflue domestiche”, in quanto dalla stessa lettera della norma impugnata si desumerebbe che le varie categorie elencate sono considerate “anche separatamente”, con la conseguenza che anche le acque domestiche sarebbero ivi ex se contemplate. Non solo, ma, come specificato nella memoria depositata successivamente, avendo la norma impugnata (alla lettera j) distintamente previsto le acque domestiche, la censura non coglierebbe nel segno, anche in considerazione della sua genericità, poiché non specificherebbe a sufficienza come il regime riservato dalla legge provinciale alle acque domestiche sarebbe deteriore rispetto ai livelli uniformi di tutela fissati nel d.lgs. n. 152 del 2006.
Quanto all'art. 15, commi 3 e 4, poi, in materia di autorizzazione ed esercizio degli impianti che producono emissioni in atmosfera, la Provincia ritiene che la disposizione impugnata non introdurrebbe alcuna forma di autorizzazione preventiva, essendo specificamente previsto che l'Agenzia competente intervenga nel procedimento con gli opportuni controlli ai fini del collaudo e del rilascio della necessaria autorizzazione. La possibilità di procedere all'attivazione dell'impianto sarebbe, poi, comunque subordinata alla presentazione all'Agenzia competente di una dichiarazione del gestore, sottoscritta da un tecnico qualificato iscritto al relativo albo professionale, che attesta la conformità dell'impianto al progetto già approvato, previo parere vincolante della medesima Autorità, ai sensi dell'art. 4 della legge provinciale n. 8 del 2002. La previsione di un intervallo di tempo di quindici giorni tra la presentazione della domanda e l'attivazione dell'impianto consentirebbe, inoltre, all'Autorità competente di verificare la veridicità della dichiarazione, in quanto attinente ad un intervento dalla medesima già valutato e conosciuto in sede di espressione del parere di cui all'art. 4 della citata legge provinciale n. 8 del 2000.
Quanto, poi, alla questione di legittimità costituzionale sollevata nei confronti dell'art. 15, comma 4, della legge provinciale n. 4 del 2008, la resistente ne rileva, in primo luogo, l'inammissibilità, posto che non viene articolata nessuna censura nei confronti di questa specifica disposizione in relazione ai parametri richiamati. Nel merito, la difesa ritiene che, comunque, la predetta disposizione non violi il «nucleo minimo di tutela» garantito dalle previsioni statali, nella parte in cui stabilisce espressamente che l'Agenzia provinciale per l'ambiente rilasci il proprio nulla-osta all'attivazione dell'impianto, previa acquisizione della documentazione necessaria alla verifica dei requisiti tecnici richiesti dalla legge.
Anche in relazione all'art. 15, comma 6, la Provincia esclude che sia stato violato il nucleo minimo di tutela previsto dal legislatore statale. Infatti, l'estensione dell'ambito degli impianti riconducibili alla categoria degli «impianti termici civili» anche a quelli la cui produzione di calore è destinata “prevalentemente” al riscaldamento di edifici o al riscaldamento di acqua per usi igienici non determinerebbe la conseguenza dell'assoggettamento dei medesimi impianti termici civili ad un sistema di controlli e restrizioni meno pregnante. In forza dell'inserimento nell'allegato B anche degli impianti termici civili sarebbe garantito un adeguato iter di controllo in sede autorizzativa, posto che, ai sensi dell'art. 5 della legge provinciale n. 8 del 2000 (nel testo modificato dall'art. 15, comma 3, della legge provinciale n. 4 del 2008), gli impianti di cui agli allegati A e B sono soggetti al rilascio di autorizzazione da parte dell'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente.
A giudizio della resistente, sarebbero, altresì prive di fondamento le censure sollevate nei confronti dell'art. 16, comma 1, della legge provinciale n. 4 del 2008: quest'ultima disposizione, infatti, nel demandare alla Giunta provinciale il compito di individuare i criteri per la qualificazione delle terre e rocce da scavo quali sottoprodotti, avrebbe scongiurato la “presunzione” di proficua riutilizzabilità del materiale in questione ritenuta illegittima e stigmatizzata dalla sentenza n. 62 del 2008, subordinando viceversa alla ricorrenza di precisi presupposti, da valutarsi caso per caso, l'operatività del regime derogatorio alla disciplina in materia di rifiuti.
Anche le censure mosse nei confronti dell'art. 16, comma 4, sarebbero infondate in quanto basate su una non corretta lettura della disciplina provinciale applicabile, trascurandosi di considerare che l'allegato A alla legge provinciale n. 4 del 2006 stabilisce espressamente che «i rifiuti contrassegnati nell'elenco con un asterisco * sono rifiuti pericolosi ai sensi della direttiva 91/689/CEE relativa ai rifiuti pericolosi e ad essi si applicano le disposizioni della medesima direttiva, a condizione che non trovi applicazione l'articolo 1, paragrafo 5» della stessa, riferito ai rifiuti domestici.
Analogamente, la Provincia sostiene che le censure sollevate in relazione all'art. 16, comma 6, in materia di Albo nazionale dei gestori ambientali sarebbero fondate su un erroneo presupposto interpretativo. Tale norma – diversamente dall'art. 20, comma 2, della legge provinciale n. 4 del 2006 nella previgente formulazione, dichiarato costituzionalmente illegittimo con la sentenza n. 62 del 2008 – non assegnerebbe, infatti, alla Giunta alcuna facoltà di regolamentare le procedure e l'obbligo di iscrizione all'albo in deroga alla disciplina statale e comunitaria di riferimento. Le censure, oltre che infondate, sarebbero anche inammissibili, posto che solo ove la Giunta, adottando le disposizioni regolamentari in esame, violasse i criteri ed i limiti che il legislatore statale ha posto ed il legislatore provinciale non ha derogato, sorgerebbe l'interesse ad attivare gli strumenti previsti dall'ordinamento al fine di censurare la relativa condotta. Del pari infondata sarebbe, poi, secondo la Provincia, la doglianza relativa al preteso travalicamento delle competenze materiali in materia di professioni, posto che l'intervento del legislatore provinciale sarebbe avvenuto nel pieno rispetto dei limiti posti dal d.lgs. n. 152 del 2006, non essendo prevista l'introduzione di alcuna disposizione in deroga a quanto dettato dal citato testo unico in punto di presupposti e procedure per l'iscrizione all'albo di cui in discorso.
Quanto, ancora, all'art. 16, comma 7, la Provincia osserva che la riduzione del termine prescritto per la formazione del silenzio-assenso all'attivazione della campagna di recupero e smaltimento rifiuti non impedirebbe che sia apprestata un'idonea tutela al bene ambiente, in quanto siffatte attività sono svolte da soggetti già autorizzati ed iscritti all'albo nazionale dei gestori ambientali. Il controllo dell'Agenzia, pertanto, andrebbe solo ad aggiungersi a quello già svolto, in sede di rilascio dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività e di ammissione all'albo da altre amministrazioni competenti, con conseguente esclusione dei profili di illegittimità costituzionale prefigurati.
Palesemente prive di fondamento sarebbero, infine, secondo la Provincia, le censure sollevate nei confronti delle norme contenute nell'art. 14, commi 1 e 5, recanti modifiche della sola traduzione, rispettivamente, in tedesco e in italiano, prima erroneamente riportata.
Considerato in diritto
1. – Il Presidente del Consiglio dei ministri dubita della legittimità costituzionale dell'art. 14, commi 1, 2 e 5, dell'art. 15, commi 3, 4 e 6 e dell'art. 16, commi 1, 4, 6 e 7, della legge della Provincia autonoma di Bolzano 10 giugno 2008, n. 4 (Modifiche di leggi provinciali in vari settori e altre disposizioni), in riferimento agli articoli 8, 9 e 99 dello statuto speciale di autonomia di cui al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670 (Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige) ed all'art. 117, commi primo, secondo, lettera s), e terzo della Costituzione.
Tali norme – che intervengono a modificare precedenti leggi provinciali inerenti, essenzialmente, alle materie della «tutela del paesaggio» e dell'«urbanistica», di competenza provinciale primaria ai sensi dell'art. 8, comma 1, punti nn. 5 e 6, dello statuto speciale, nonché alla materia della «igiene e sanità», che l'art. 9, punto n. 10, del medesimo statuto attribuisce alla competenza legislativa provinciale concorrente –sarebbero costituzionalmente illegittime, in quanto in contrasto con i livelli minimi ed uniformi di tutela dell'ambiente fissati dal legislatore statale, oltre che, in alcuni casi, con la normativa comunitaria di riferimento.
2. – In particolare, il ricorrente censura, in primo luogo, l'art. 14, comma 2, della citata legge provinciale n. 4 del 2008, nella parte in cui, modificando la legge provinciale 18 giugno 2002, n. 8 (Disposizioni sulle acque), provvede a definire le acque reflue urbane come «il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque reflue industriali ovvero meteoriche di dilavamento convogliate in reti fognarie, anche separate e provenienti da agglomerato». Così disponendo la norma si porrebbe in contrasto con gli artt. 8 e 9 dello statuto e con l'art. 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, dettando una definizione di acque reflue urbane difforme da quella posta dall'art. 74, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152 (Norme in materia ambientale), come modificato dal decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4 (Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale), secondo la quale sono acque reflue urbane le «acque reflue domestiche o il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque reflue industriali ovvero meteoriche di dilavamento convogliate in reti fognarie, anche separate e provenienti da agglomerato».
A giudizio del ricorrente, il fatto che la citata disposizione non consideri autonomamente la categoria delle «acque reflue domestiche», come invece imporrebbe la normativa statale, muterebbe la specifica disciplina cui sono assoggettate le stesse, sottraendo queste ultime ai vincoli ed al regime riservato alle acque reflue urbane, in specie con riguardo al controllo dei valori ed al meccanismo autorizzatorio, di cui agli artt. 101, commi 1 e 2, e 124 del d.lgs. n. 152 del 2006.
2.1. – La questione è inammissibile.
2.2. – La censura in esame appare proposta in termini assolutamente generici, non essendo precisato sotto quali aspetti la disciplina provinciale delle acque reflue domestiche appresterebbe un livello di tutela dell'ambiente inferiore rispetto ai livelli uniformi stabiliti dalla normativa statale. Non risultano, infatti, conclusivi al riguardo i riferimenti agli artt. 101, commi 1 e 2, e 124 del d.lgs. n. 152 del 2006, poiché, quanto al regime autorizzatorio, viene previsto, espressamente, al comma 4 dell'art. 124, che «in deroga al comma 1, gli scarichi di acque reflue domestiche in reti fognarie sono sempre ammessi nell'osservanza dei regolamenti fissati dal gestore del servizio idrico integrato ed approvati dall'Autorità d'ambito», in contrasto con quanto asserito dal ricorrente. Quanto ai valori limite, poi, l'art. 101 dispone che: «le regioni, nell'esercizio della loro autonomia, tenendo conto dei carichi massimi ammissibili e delle migliori tecniche disponibili, definiscono i valori-limite di emissione, diversi da quelli di cui all'Allegato 5 alla parte terza del presente decreto, sia in concentrazione massima ammissibile sia in quantità massima per unità di tempo in ordine ad ogni sostanza inquinante e per gruppi o famiglie di sostanze affini. Le regioni non possono stabilire valori limite meno restrittivi di quelli fissati nell'Allegato 5 alla parte terza del presente decreto […]», e la disciplina provinciale (segnatamente, ad esempio, all'art. 33) si fa carico di assicurare il rispetto di questi limiti.
3. – Prima di esaminare le altre questioni nel merito, è opportuno ricordare che secondo la giurisprudenza di questa Corte (sentenza n. 225 del 2009) la materia “tutela dell'ambiente” ha un contenuto allo stesso tempo oggettivo, in quanto riferito ad un bene, “l'ambiente” (sentenze n. 367 e n. 378 del 2007; n. 12 del 2009), e finalistico, perché tende alla migliore conservazione del bene stesso (vedi sentenze n. 104 del 2008; n. 10, n. 30 e n. 220 del 2009).
In ragione di ciò, sullo stesso bene “ambiente” concorrono diverse competenze, che restano distinte fra loro perseguendo, autonomamente, le loro specifiche finalità attraverso la previsione di diverse discipline. Infatti, da una parte sono affidate allo Stato la tutela e la conservazione dell'ambiente, mediante la fissazione di livelli «adeguati e non riducibili di tutela» (sentenza n. 61 del 2009); dall'altra compete alle Regioni, nel rispetto dei livelli di tutela fissati dalla disciplina statale (sentenze n. 62 e n. 214 del 2008), di esercitare le proprie competenze, dirette essenzialmente a regolare la fruizione dell'ambiente, evitando compromissioni o alterazioni dell'ambiente stesso. In questo senso è stato affermato che la competenza statale, allorché sia espressione della tutela dell'ambiente, costituisce “limite” all'esercizio delle competenze regionali (sentenze n. 180 e n. 437 del 2008, nonché n. 164 del 2009).
È stato altresì precisato che le Regioni non devono violare i livelli di tutela dell'ambiente posti dallo Stato; tuttavia, nell'esercizio delle loro competenze, possono fissare livelli di tutela più elevati (sentenze n. 225 del 2009, n. 104 del 2008, n. 12, n. 30 e n. 61 del 2009), così incidendo, in modo indiretto, sulla tutela dell'ambiente.
4. – Sulla base di tali premesse, può passarsi all'esame nel merito delle ulteriori censure.
4.1. – È stato impugnato l'art. 15, commi 3 e 4, nella parte in cui, dettando norme in materia di autorizzazione ed esercizio degli impianti che producono emissioni in atmosfera, stabilisce: che il gestore dell'impianto presenti all'Agenzia provinciale per l'ambiente, almeno quindici giorni prima della messa in esercizio, la domanda di autorizzazione alle emissioni, indicando la data di entrata in esercizio dell'impianto; che la domanda debba essere corredata da una dichiarazione del gestore che attesti la conformità dell'impianto realizzato con il progetto precedentemente approvato ai sensi dell'art. 4 della citata legge provinciale n. 8 del 2000; che la presentazione di tale documentazione consente l'entrata in esercizio degli impianti; che successivamente, l'Agenzia provinciale per l'ambiente, entro novanta giorni dall'entrata in esercizio degli impianti, esegua il collaudo e rilasci l'autorizzazione alle emissioni.
Il ricorrente ritiene che siffatte disposizioni violino gli art. 8 e 9 dello statuto e l'art. 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, in quanto si pongono in contrasto sia con l'art. 269 del d.lgs. n. 152 del 2006, il quale dispone che per tutti gli impianti che producono emissioni deve essere richiesta un'autorizzazione, ai sensi della parte quinta dello stesso decreto, sia con l'art. 279 del medesimo d.lgs. n. 152 del 2006, che individua una specifica sanzione per chi inizi ad installare o metta in esercizio un impianto o eserciti un'attività in assenza della prescritta autorizzazione.
4.2. – In via preliminare, deve essere dichiarata infondata l'eccezione di inammissibilità sollevata dalla Provincia in ordine alle censure sollevate nei confronti, in particolare, del comma 4 del citato art. 15 per difetto di motivazione sulla non manifesta infondatezza.
Dal tenore del ricorso emerge, infatti, chiaramente che il richiamo dei commi 3 e 4 del predetto art. 15 in realtà è frutto di un errore materiale poiché le censure sono riferite ai commi 3 e 4 dell'art. 5 della legge provinciale 16 marzo 2000, n. 8, come modificato dal comma 3 dell'art. 15.
4.2.1. – Nel merito, la questione proposta nei confronti del comma 3 dell'art. 15 è fondata.
Questa Corte, chiamata a pronunciarsi sulla legittimità costituzionale dell'art. 269 del d.lgs. 152 del 2006, ha affermato che la disciplina statale concernente il rilascio dell'autorizzazione in esame risponde all'esigenza di «articolare unitariamente tale attività secondo principi che assicurino l'osservanza dei criteri stabiliti dalla normativa nazionale» (sentenza n. 250 del 2009) e quindi vincola il legislatore regionale. Pertanto, posto che la citata norma statale impone che l'autorizzazione preceda la messa in esercizio dell'impianto e che tale previsione costituisce un livello uniforme di tutela dell'ambiente, dettato dunque in materia di competenza esclusiva dello Stato, è costituzionalmente illegittima la norma provinciale in esame che deroga ad essa, consentendo al gestore di mettere in esercizio impianti che producono emissioni, prima che l'Agenzia provinciale per l'ambiente esegua il collaudo e rilasci l'autorizzazione alle emissioni. Né può ritenersi che, alla luce di quanto stabilito dal legislatore statale, la prescritta autorizzazione possa essere sostituita dalla mera dichiarazione del gestore, sottoscritta da un tecnico qualificato iscritto al relativo albo professionale, di conformità dell'impianto al progetto già approvato, non assicurando la predetta dichiarazione un equivalente livello di tutela dell'ambiente.
5. – Il ricorrente censura, poi, sulla base di analoghi argomenti, l'art. 15, comma 6, il quale modifica l'art. 7 della legge provinciale n. 8 del 2000, stabilendo che un impianto termico possa definirsi civile quando la produzione di calore è “prevalentemente” destinata al riscaldamento di edifici o al riscaldamento di acqua per usi igienici e sanitari. La norma statale di riferimento, costituita dall'art. 283, comma 1, lettera d), del d.lgs. n. 152 del 2006 definisce, invece, come impianto termico civile «l'impianto termico la cui produzione di calore è destinata, anche in edifici ad uso non residenziale, al riscaldamento o alla climatizzazione di ambienti o al riscaldamento di acqua per usi igienici e sanitari».
La richiamata disposizione statale non contemplerebbe, dunque, per i suddetti impianti, alcun utilizzo del calore prodotto per fini diversi dal riscaldamento e dalla climatizzazione di ambienti o dal riscaldamento di acqua per usi igienici e sanitari. A giudizio del ricorrente, la mancata riproduzione da parte della norma provinciale di tale esclusività contemplata dalla norma statale, non solo comprometterebbe l'esigenza di uniformità di disciplina perseguita dal legislatore nazionale, ma determinerebbe “discrasie” nella regolamentazione della materia, contrarie agli scopi della legge nazionale in punto di sicurezza degli impianti e di controllo delle emissioni. Ciò, in quanto sarebbe sottratto dal campo di applicazione del titolo I della parte quinta del d.lgs. n. 152 del 2006, un numero elevato di impianti che, ove fossero qualificati come impianti “termici civili”, sarebbero soggetti alla disciplina meno rigorosa del titolo II della parte quinta, non essendo tali impianti, ad esempio, assoggettabili alla preventiva autorizzazione di cui all'art. 269, ma ad una mera denuncia di installazione o modifica.
5.1.– La questione è fondata.
La disciplina contenuta nella norma provinciale impugnata, nella parte in cui qualifica come impianti termici civili anche quelli la cui produzione di calore è “prevalentemente” destinata al riscaldamento di edifici o al riscaldamento di acqua per usi igienici e sanitari, si pone chiaramente in contrasto con quella statale, in quanto in tal modo esclude dal regime autorizzatorio di cui all'art. 284 del Codice dell'ambiente non solo quegli impianti destinati ai soli usi indicati dall'art. 283 del medesimo Codice, ma anche quelli che, sia pure in misura non prevalente, siano destinati ad usi diversi. Si delinea, in altri termini, in ambito provinciale, per un numero elevato di impianti, ricondotti alla categoria degli impianti termici civili, un regime diverso da quello definito dalla legislazione statale, costituito dalla mera denuncia di installazione o modifica, evidentemente lesivo di quel livello uniforme di tutela assicurato dal legislatore statale mediante la prescrizione della preventiva autorizzazione.
6. – È, altresì, impugnato l'art. 16, comma 1, della legge provinciale n. 4 del 2008, il quale, sostituendo la lettera c) del comma 1 dell'art. 3 della legge provinciale 26 maggio 2006, n. 4, provvede a riformulare la definizione di «sottoprodotto», disponendo, in particolare, al punto n. 5, che «la Giunta provinciale stabilisce i criteri secondo i quali le terre e rocce da scavo sono considerati come sottoprodotti».
Tale disposizione sarebbe illegittima per le medesime ragioni poste a base della sentenza n. 62 del 2008, ponendosi in contrasto con la direttiva 5 aprile 2006, n. 2006/12/CE (Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai rifiuti), e, per ciò stesso, con l'art. 117, primo comma, della Costituzione.
6.1. – La questione è fondata.
La citata norma provinciale, nella parte in cui attribuisce alla Giunta provinciale il compito di provvedere alla definizione dei cosiddetti sottoprodotti, senza individuare precisi criteri o vincoli, si pone in contrasto con la direttiva del 5 aprile 2006, n. 2006/12/CE, in quanto sottrae alla nozione di rifiuto taluni residui che invece corrispondono alla definizione sancita dall'art. 1, lettera a), della medesima, in violazione degli artt. 11 e 117, primo comma, della Costituzione (sentenza n. 62 del 2008).
7. – Analoghe censure sono proposte, inoltre, dal ricorrente in ordine all'art. 16, comma 4, che sostituisce la lettera b) del comma 3 dell'art. 19 della citata legge provinciale n. 4 del 2006. La disposizione impugnata prevede l'esonero dall'obbligo di tenuta del formulario di trasporto dei rifiuti per «i trasporti di rifiuti che non eccedano la quantità di 30 chilogrammi o 30 litri al giorno, effettuati dal produttore di rifiuti stessi non a titolo professionale. In questo caso il gestore dell'impianto di trattamento deve lasciare una conferma scritta, secondo le modalità fissate dalla Giunta provinciale».
Secondo il ricorrente tale norma contrasterebbe sia con l'art. 193 del d.lgs. n. 152 del 2006, che esonera dall'obbligo di tenuta del formulario soltanto «i trasporti di rifiuti non pericolosi effettuati dal produttore dei rifiuti stessi, in modo occasionale e saltuario, che non eccedano la quantità di trenta chilogrammi o di trenta litri», sia con l'art. 5, comma 3, della direttiva 12 dicembre 1991, n. 91/689/CEE (Direttiva del Consiglio relativa ai rifiuti pericolosi), il quale dispone che «i rifiuti pericolosi, qualora vengano trasferiti, devono essere accompagnati da un formulario di identificazione».
Anche in questo caso, si imporrebbe una pronuncia di illegittimità costituzionale sulla base dei medesimi argomenti impiegati nella sentenza n. 62 del 2008, nella quale questa Corte ha affermato che il legislatore statale ha istituito un regime più rigoroso di controlli sul trasporto dei rifiuti pericolosi, in ragione della loro specificità e in attuazione degli obblighi assunti in ambito comunitario, ed ha precisato che il formulario d'identificazione, strumento indicato dall'art. 5, comma 3, della citata direttiva 91/689/CEE – in mancanza del quale la legge statale, ove i rifiuti siano pericolosi, commina sanzioni penali – consente di controllare costantemente il trasporto dei rifiuti, onde evitare che questi siano avviati per destinazioni ignote.
7.1. – Preliminarmente, occorre dare atto che la norma provinciale censurata è stata, successivamente alla proposizione del ricorso, modificata dall'art. 31 della legge provinciale 9 aprile 2009, n. 1 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2009 e per il triennio 2009-2011 - Legge finanziaria 2009) in senso satisfattivo: il testo attualmente vigente dell'art. 19, comma 3, della legge provinciale n. 4 del 2006, infatti, esonera dall'obbligo di tenuta del formulario i «trasporti di rifiuti speciali non pericolosi che non eccedano la quantità di 30 chilogrammi o di 30 litri, effettuati dal produttore dei rifiuti stesso. In questo caso il gestore dell'impianto di trattamento deve rilasciare una conferma scritta, secondo le modalità fissate dalla Giunta provinciale».
Tuttavia, la mancata dimostrazione della non avvenuta applicazione della norma censurata nel periodo precedente alla entrata in vigore della citata modifica impedisce di dichiarare la cessazione della materia del contendere.
7.2. – Nel merito, la questione di legittimità costituzionale dell'art. 16, comma 4, è fondata.
L'art. 19, comma 3, lettera b), della legge provinciale n. 4 del 2006, come modificato dall'art. 16, comma 4, della legge provinciale n. 4 del 2008, nella parte in cui stabilisce che l'obbligo di tenuta del formulario non è prescritto «ai trasporti di rifiuti che non eccedano la quantità di 30 chilogrammi o di 30 litri al giorno, effettuati dal produttore dei rifiuti stesso non a titolo professionale […]», si pone in aperto contrasto sia con il predetto art. 193 del Codice dell'ambiente, il quale esonera dall'obbligo di tenuta del formulario soltanto «i trasporti di rifiuti non pericolosi effettuati dal produttore dei rifiuti stessi, in modo occasionale e saltuario, che non eccedano la quantità di trenta chilogrammi o di trenta litri», sia con l'art. 5, comma 3, della direttiva 12 dicembre 1991, n. 91/689/CEE, il quale dispone che «i rifiuti pericolosi, qualora vengano trasferiti, devono essere accompagnati da un formulario di identificazione». Detta norma è, pertanto, lesiva degli artt. 8 e 9 dello statuto, nonché dell'art. 117, primo comma e secondo comma, lettera s), della Costituzione.
8. – Il Presidente del Consiglio dei ministri impugna, inoltre, l'art. 16, comma 6, nella parte in cui, aggiungendo il comma 3, all'art. 20, della legge provinciale n. 4 del 2006, in materia di Albo nazionale dei gestori ambientali, ha previsto che «Con riguardo all'obbligo ed alle modalità di iscrizione all'albo nazionale, la Giunta provinciale può emanare disposizioni per regolamentare le procedure e l'obbligo di iscrizione».
Anche tale disposizione sarebbe, secondo il ricorrente, costituzionalmente illegittima per le identiche ragioni indicate nella sentenza n. 62 del 2008, ponendosi essa in contrasto con l'art. 212 del d.lgs. n. 152 del 2006, che disciplina in maniera inderogabile le procedure e i termini di iscrizione all'Albo nazionale dei gestori ambientali, in attuazione di direttive comunitarie (art. 12 della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 5 aprile 2006, n. 2006/12/CE, relativa ai rifiuti; art. 12 della direttiva del Consiglio 15 luglio 1975, n. 75/442/CEE relativa ai rifiuti).
Peraltro, tale norma provinciale sarebbe lesiva anche dell'art. 117, comma terzo, della Costituzione, incidendo in tema di professioni, materia nella quale Stato e Regioni hanno competenza legislativa concorrente, con la conseguenza che la Regione è tenuta a legiferare nel rispetto dei principi fondamentali dettati dal legislatore nazionale, cui spetta di individuare le figure professionali, con i relativi ordinamenti didattici e l'istituzione degli albi.
8.1. – La questione di legittimità costituzionale dell'art. 16, comma 6, della legge provinciale n. 4 del 2008 è fondata, in riferimento agli artt. 8 e 9 dello statuto, nonché all'art. 117, primo comma, e secondo comma, lettera s), della Costituzione.
La norma provinciale impugnata, attribuendo alla Giunta la determinazione delle condizioni per l'iscrizione all'Albo, in ogni caso finisce per sostituire alla normativa nazionale l'atto della Giunta, in violazione della competenza statale esclusiva esercitata con l'art. 212 del d.lgs. n. 152 del 2006, che ha disciplinato in maniera inderogabile procedure e termini di iscrizione all'Albo nazionale dei gestori ambientali, peraltro in adempimento degli obblighi comunitari contenuti nella citata direttiva 5 aprile 2006, n. 2006/12/CE.
Deve, pertanto, dichiararsi l'illegittimità costituzionale dell'art. 16, comma 6, della legge provinciale n. 4 del 2008, per violazione degli artt. 8 e 9 dello statuto e dell'art. 117, commi primo e secondo, lettera s), e terzo della Costituzione.
Resta assorbita l'ulteriore censura proposta in relazione all'art. 117, terzo comma, della Costituzione.
9. – È, poi, impugnato l'art. 16, comma 7, della legge provinciale n. 4 del 2008, il quale, dettato in sostituzione dell'art. 24 della più volte citata legge provinciale n. 4 del 2006, in materia di collaudo ed autorizzazione degli impianti di recupero e di smaltimento di rifiuti, ha previsto al comma 6 che: «Per lo svolgimento delle singole campagne di attività sul territorio provinciale 1'interessato, munito di autorizzazione, rilasciata anche da altre regioni, almeno quindici giorni prima dell'installazione dell'impianto deve comunicare all'Agenzia provinciale le specifiche dettagliate relative alla campagna di attività, allegando l'autorizzazione stessa e l'iscrizione all'Albo nazionale di cui all'art. 212 del d.lgs. n. 152 del 2006, nonché l'ulteriore documentazione richiesta al fine di documentare il rispetto delle norme ambientali. Decorso questo termine ovvero in presenza del nulla osta dell'Agenzia provinciale l'attività può essere iniziata».
Anche in questo caso la norma, secondo la difesa erariale, sarebbe costituzionalmente illegittima in quanto, recando una disciplina difforme rispetto a quella contenuta nel d.lgs. n. 152 del 2006, che all'art. 208 prevede un termine di sessanta giorni per la comunicazione all'Agenzia provinciale dell'installazione dell'impianto, si porrebbe in contrasto con la normativa nazionale vigente, espressione della potestà legislativa esclusiva statale in materia di tutela dell'ambiente di cui all'art. 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, nonché con disposizioni comunitarie, in violazione dell'art. 117, primo comma, della Costituzione, eccedendo dalle competenze provinciali di cui agli articoli 8 e 9 dello statuto.
La disposizione provinciale sarebbe, dunque, illegittima perché in aperta violazione delle finalità perseguite dal legislatore nazionale, costituite dalla necessità che l'amministrazione possa svolgere un'efficace istruttoria ed un adeguato controllo a garanzia della tutela ambientale, concedendo ad essa un congruo lasso di tempo, oltremodo compresso dalla norma censurata.
9.1. – La questione è fondata.
La norma provinciale impugnata stabilisce, infatti, un termine per la formazione del silenzio-assenso per l'inizio della campagna di recupero e smaltimento rifiuti assai più breve di quello fissato dal legislatore statale, in evidente violazione di un livello di tutela dell'ambiente uniforme, indicato anche in adempimento di vincoli comunitari.
Tale abbreviazione del termine, peraltro, altera il rapporto fra i due interessi che il termine stesso è destinato a soddisfare e cioè quello dell'amministrazione all'esercizio del controllo preventivo e quello dell'interessato ad ottenere l'autorizzazione in tempi ragionevoli, in un modo che risulta lesivo dell'interesse pubblico alla tutela dell'ambiente, in violazione dei predetti parametri.
10. – Il Presidente del Consiglio dei ministri censura, infine, le norme contenute nell'art. 14, commi 1 e 5, della legge provinciale n. 4 del 2008, nella parte in cui, sostituendo il testo in lingua tedesca delle lettere j) e aa) del comma 1 dell'art. 2 della legge provinciale 18 giugno 2002, n. 8, e non riportando la formulazione delle stesse in lingua italiana, violerebbero l'articolo 99 dello statuto speciale di autonomia (d.P.R. n. 670 del 1972) secondo cui la lingua italiana è la lingua ufficiale dello Stato e fa testo negli atti aventi carattere legislativo e nei casi nei quali è prevista la redazione bilingue.
10.1. – La questione non è fondata.
È di tutta evidenza che, diversamente da quanto sostenuto dal ricorrente, la norma impugnata, come tutta la legge provinciale n. 4 del 2008, risulta pubblicata in entrambe le lingue, ivi comprese le modifiche ai testi in tedesco di cui ai commi 1 e 5 dell'art. 14 impugnato, così come, al comma 4, in entrambe le lingue è redatto il testo della modifica. Trattandosi, in ambedue i casi, di modifiche della sola traduzione, rispettivamente, in tedesco e in italiano, la redazione nella diversa lingua riporta il nuovo testo nella lingua su cui va ad incidere.

Per questi motivi

LA CORTE COSTITUZIONALE

dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 15, commi 3 e 6, e dell'articolo 16, commi 1, 4, 6 e 7 della legge della Provincia autonoma di Bolzano 10 giugno 2008, n. 4 (Modifiche di leggi provinciali in vari settori e altre disposizioni);
dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 14, comma 2, della citata legge provinciale n. 4 del 2008, promosse, in relazione agli articoli 8 e 9 dello statuto speciale ed all'art. 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, con il ricorso indicato in epigrafe;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 14, commi 1 e 5, della citata legge provinciale n. 4 del 2008, promossa, in relazione all'articolo 99 dello statuto speciale di autonomia, con il ricorso indicato in epigrafe.
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ActionActiond') CONTRATTO COLLETTIVO 18 dicembre 1998
ActionActione') CONTRATTO COLLETTIVO 23 febbraio 2000
ActionActione') Contratto collettivo 8 agosto 2007
ActionActionf') Contratto collettivo 8 agosto 2007
ActionActiong') Contratto collettivo 8 agosto 2007
ActionActionh') Contratto collettivo 8 ottobre 2007
ActionActionh') CONTRATTO COLLETTIVO 28 agosto 2000
ActionActioni') Contratto collettivo 23 novembre 2007
ActionActioni') CONTRATTO COLLETTIVO 28 agosto 2000
ActionActionj') Contratto collettivo 12 febbraio 2008
ActionActionj') CONTRATTO COLLETTIVO 28 agosto 2000
ActionActionk') CONTRATTO COLLETTIVO 28 agosto 2000
ActionActionk') Contratto collettivo 22 aprile 2008
ActionActionl') Contratto collettivo 8 ottobre 2008
ActionActionm') CONTRATTO DI COMPARTO 6 agosto 2001
ActionActionm') Contratto collettivo 3 febbraio 2009
ActionActionn') CONTRATTO COLLETTIVO 28 agosto 2001
ActionActionn') Contratto collettivo 17 febbraio 2009
ActionActionp') Contratto di comparto 11 novembre 2009
ActionActionq') Contratto di comparto 24 novembre 2009, n. 0
ActionActionq') CONTRATTO COLLETTIVO 25 marzo 2002
ActionActionr') Contratto collettivo 24 novembre 2009
ActionActions') Accordo24 novembre 2009
ActionActiont') CONTRATTO DI COMPARTO 4 luglio 2002
ActionActionu') Contratto di comparto 27 giugno 2013
ActionActionv') Contratto collettivo 31 ottobre 2014
ActionActionw') Contratto collettivo intercompartimentale 26 gennaio 2015, n. 0
ActionActionw') CONTRATTO COLLETTIVO 9 dicembre 2002
ActionActionx') Contratto collettivo 16 marzo 2015, n. 0
ActionActionb'') CONTRATTO COLLETTIVO 16 maggio 2003
ActionActiond'') CONTRATTO DI COMPARTO 5 novembre 2003
ActionActiong'') CONTRATTO COLLETTIVO 17 settembre 2003
ActionActionDisposizioni generali
ActionActionTrattamento retributivo
ActionActionArt. 9 (Indennità di funzione)
ActionActionArt. 10 (Trattamento giuridico ed economico dei dirigenti nominati per chiamata dall'esterno)
ActionActionArt. 11 (Dirigenti dei comuni inquadrati in livelli ad esaurimento - aumento dello stipendio e dell'indennità integrativa speciale)
ActionActionArt. 12 (Indennità di risultato)
ActionActionArt. 13 (Compenso per lavoro straordinario)
ActionActionDisposizioni particolari per il personale dirigente non medico del comparto del personale per il Servizio sanitario provinciale
ActionActionDisposizioni varie
ActionActionh'') CONTRATTO DI COMPARTO 5 novembre 2003
ActionActionl'') CONTRATTO COLLETTIVO 21 dicembre 2004
ActionActionn'') CONTRATTO COLLETTIVO 7 aprile 2005
ActionActionw'') CONTRATTO COLLETTIVO 6 ottobre 2006
ActionActionF Dotazioni organiche e ruoli
ActionActionG Divise di servizio
ActionActionH Cessazione dal servizio e relative provvidenze
ActionActionI Trasferimento di personale di altri enti
ActionActionJ Giunta provinciale
ActionActionK Consiglio provinciale
ActionActionL Procedimento amministrativo
ActionActionM Referendum ed elezione del Consiglio provinciale
ActionActiona) Legge provinciale 17 luglio 2002, n. 10
ActionActionb) Legge provinciale 14 marzo 2003, n. 4 —
ActionActionc) Legge provinciale 9 giugno 2008, n. 3 
ActionActiond) Legge provinciale 7 settembre 2009 , n. 4
ActionAction Art. 1
ActionActionArt. 2
ActionActionArt. 3
ActionActionArt. 4
ActionActionArt. 5
ActionActionArt. 6
ActionActionArt. 7 (Disposizioni transitorie)
ActionActionArt. 8 (Disposizioni finanziarie)
ActionActionArt. 9 (Entrata in vigore)
ActionActionf) Legge provinciale 8 maggio 2013, n. 5
ActionActiong) Legge provinciale 21 luglio 2014, n. 5
ActionActionXXIV Tutela del paesaggio e dell' ambiente
ActionActionXXV Agricoltura
ActionActionXXVI Apprendistato
ActionActionXXVII Fiere e mercati
ActionActionXXVIII Lavori pubblici, servizi e forniture
ActionActionXXIX Spettacoli pubblici
ActionActionXXX Territorio e paesaggio
ActionActionXXXI Contabilità
ActionActionXXXII Sport e tempo libero
ActionActionXXXIII Viabilità
ActionActionXXXIV Trasporti
ActionActionXXXV Istruzione
ActionActionXXXVI Patrimonio
ActionActionXXXVII Attività economiche
ActionActionXXXVIII Edilizia abitativa agevolata
ActionActionXXXIX Leggi di contenuto vario (Omnibus)
ActionActionDelibere della Giunta provinciale
ActionAction2024
ActionAction2023
ActionAction2022
ActionAction2021
ActionAction2020
ActionAction2019
ActionAction2018
ActionAction2017
ActionAction2016
ActionAction2015
ActionAction2014
ActionAction Delibera 4 febbraio 2014, n. 102
ActionAction Delibera 4 febbraio 2014, n. 108
ActionAction Delibera 4 febbraio 2014, n. 112
ActionAction Delibera 4 febbraio 2014, n. 115
ActionAction Delibera 11 febbraio 2014, n. 144
ActionAction Delibera 18 febbraio 2014, n. 166
ActionAction Delibera 18 febbraio 2014, n. 172
ActionAction Delibera 25 febbraio 2014, n. 187
ActionAction Delibera 25 febbraio 2014, n. 196
ActionAction Delibera 25 febbraio 2014, n. 211
ActionAction Delibera 25 febbraio 2014, n. 217
ActionAction Delibera 11 marzo 2014, n. 238
ActionAction Delibera 11 marzo 2014, n. 268
ActionAction Delibera 11 marzo 2014, n. 286
ActionAction Delibera 18 marzo 2014, n. 292
ActionAction Delibera 18 marzo 2014, n. 293
ActionAction Delibera 18 marzo 2014, n. 317
ActionAction Delibera 18 marzo 2014, n. 318
ActionAction Delibera 25 marzo 2014, n. 357
ActionAction Delibera 1 aprile 2014, n. 361
ActionAction Delibera 15 aprile 2014, n. 438
ActionAction Delibera 15 aprile 2014, n. 450
ActionAction Delibera 29 aprile 2014, n. 484
ActionAction Delibera 29 aprile 2014, n. 492
ActionAction Delibera 13 maggio 2014, n. 540
ActionAction Delibera 13 maggio 2014, n. 541
ActionAction Delibera 13 maggio 2014, n. 542
ActionAction Delibera 20 maggio 2014, n. 577
ActionAction Delibera 27 maggio 2014, n. 590
ActionAction Delibera 3 giugno 2014, n. 660
ActionAction Delibera 3 giugno 2014, n. 663
ActionAction Delibera 3 giugno 2014, n. 658
ActionAction Delibera 10 giugno 2014, n. 687
ActionAction Delibera 10 giugno 2014, n. 688
ActionAction Delibera 10 giugno 2014, n. 691
ActionAction Delibera 1 luglio 2014, n. 771
ActionAction Delibera 1 luglio 2014, n. 817
ActionAction Delibera 8 luglio 2014, n. 861
ActionAction Delibera 22 luglio 2014, n. 889
ActionAction Delibera 22 luglio 2014, n. 895
ActionAction Delibera 22 luglio 2014, n. 920
ActionAction Delibera 29 luglio 2014, n. 938
ActionAction Delibera 5 agosto 2014, n. 964
ActionAction Delibera 2 settembre 2014, n. 1041
ActionAction Delibera 9 settembre 2014, n. 1060
ActionAction Delibera 7 ottobre 2014, n. 1181
ActionAction Delibera 14 ottobre 2014, n. 1188
ActionAction Delibera 14 ottobre 2014, n. 1216
ActionAction Delibera 21 ottobre 2014, n. 1242
ActionAction Delibera 4 novembre 2014, n. 1248
ActionAction Delibera 4 novembre 2014, n. 1302
ActionAction Delibera 4 novembre 2014, n. 1304
ActionAction Delibera 11 novembre 2014, n. 1308
ActionAction Delibera 11 novembre 2014, n. 1309
ActionActionAllegato
ActionAction Delibera 11 novembre 2014, n. 1315
ActionAction Delibera 18 novembre 2014, n. 1366
ActionAction Delibera 18 novembre 2014, n. 1388
ActionAction Delibera 18 novembre 2014, n. 1370
ActionAction Delibera 25 novembre 2014, n. 1421
ActionAction Delibera 9 dicembre 2014, n. 1525
ActionAction Delibera 9 dicembre 2014, n. 1528
ActionAction Delibera 9 dicembre 2014, n. 1530
ActionAction Delibera 16 dicembre 2014, n. 1547
ActionAction Delibera 23 dicembre 2014, n. 1579
ActionAction Delibera 23 dicembre 2014, n. 1599
ActionAction2013
ActionAction2012
ActionAction Delibera 23 gennaio 2012, n. 75
ActionAction Delibera 9 gennaio 2012, n. 18
ActionAction Delibera 23 gennaio 2012, n. 110
ActionAction Delibera 6 febbraio 2012, n. 164
ActionAction Delibera 6 febbraio 2012, n. 194
ActionAction Delibera 13 febbraio 2012, n. 203
ActionAction Delibera 27 febbraio 2012, n. 288
ActionAction Delibera 5 marzo 2012, n. 326
ActionAction Delibera 12 marzo 2012, n. 341
ActionAction Delibera 19 marzo 2012, n. 385
ActionAction Delibera 19 marzo 2012, n. 409
ActionAction Delibera 26 marzo 2012, n. 428
ActionAction Delibera 26 marzo 2012, n. 474
ActionAction Delibera 7 maggio 2012, n. 630
ActionAction Delibera 14 maggio 2012, n. 690
ActionAction Delibera 21 maggio 2012, n. 762
ActionAction Delibera 29 maggio 2012, n. 794
ActionAction Delibera 29 maggio 2012, n. 798
ActionAction Delibera 4 giugno 2012, n. 819
ActionAction Delibera 4 giugno 2012, n. 823
ActionActionAllegato
ActionAction Delibera 25 giugno 2012, n. 925
ActionAction Delibera 2 luglio 2012, n. 999
ActionAction Delibera 2 luglio 2012, n. 1008
ActionActionAllegato
ActionAction Delibera 9 luglio 2012, n. 1066
ActionAction Delibera 16 luglio 2012, n. 1113
ActionAction Delibera 16 luglio 2012, n. 1114
ActionAction Delibera 23 luglio 2012, n. 1134
ActionAction Delibera 23 luglio 2012, n. 1135
ActionAction Delibera 23 luglio 2012, n. 1141
ActionAction Delibera 17 agosto 2012, n. 1214
ActionAction Delibera 27 agosto 2012, n. 1220
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ActionAction Delibera 27 agosto 2012, n. 1283
ActionAction Delibera 3 settembre 2012, n. 1299
ActionAction Delibera 10 settembre 2012, n. 1324
ActionAction Delibera 10 settembre 2012, n. 1361
ActionAction Delibera 17 settembre 2012, n. 1397
ActionAction Delibera 17 settembre 2012, n. 1406
ActionAction Delibera 24 settembre 2012, n. 1426
ActionActionAllegato
ActionAction Delibera 24 settembre 2012, n. 1427
ActionAction Delibera 24 settembre 2012, n. 1435
ActionAction Delibera 1 ottobre 2012, n. 1456
ActionAction Delibera 22 ottobre 2012, n. 1541
ActionAction Delibera 29 ottobre 2012, n. 1608
ActionAction Delibera 29 ottobre 2012, n. 1611
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ActionAction Delibera 26 novembre 2012, n. 1757
ActionAction Delibera 26 novembre 2012, n. 1758
ActionAction Delibera 3 dicembre 2012, n. 1768
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ActionActionAllegato
ActionAction Delibera 3 dicembre 2012, n. 1802
ActionAction Delibera 3 dicembre 2012, n. 1814
ActionAction Delibera 3 dicembre 2012, n. 1816
ActionAction Delibera 3 dicembre 2012, n. 1817
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ActionAction Delibera 10 dicembre 2012, n. 1864
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ActionAction Delibera 27 dicembre 2012, n. 1983
ActionAction Delibera 27 dicembre 2012, n. 2019
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ActionAction2010
ActionAction Delibera N. 64 del 18.01.2010
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ActionAction2009
ActionAction Delibera N. 74 del 19.01.2009
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ActionAction Delibera N. 1196 del 27.04.2009
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ActionAction Delibera N. 1438 del 25.05.2009
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ActionAction Delibera N. 1510 del 08.06.2009
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ActionAction Delibera N. 1816 del 06.07.2009
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ActionAction Delibera N. 1958 del 27.07.2009
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ActionAction Delibera N. 1027 del 06.04.2009
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ActionAction Delibera N. 2398 del 28.09.2009
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ActionAction Delibera 28 settembre 2009, n. 2406
ActionActionAllegato
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ActionAction Delibera N. 2717 del 09.11.2009
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ActionAction Delibera N. 2780 del 16.11.2009
ActionAction Delibera N. 2789 del 16.11.2009
ActionAction Delibera Nr. 2800 vom 23.11.2009
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ActionAction Delibera N. 2916 del 14.12.2009
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ActionAction Delibera N. 3167 del 30.12.2009
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ActionAction Delibera N. 2294 del 14.09.2009
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ActionAction2006
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ActionActionAllegato
ActionAction Delibera N. 311 del 14.02.2005
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ActionAction Delibera N. 637 del 07.03.2005
ActionAction Delibera N. 842 del 21.03.2005
ActionAction Delibera N. 848 del 21.03.2005
ActionAction Delibera N. 1270 del 18.04.2005
ActionAction Delibera N. 1303 del 26.04.2005
ActionAction Delibera N. 412 del 14.02.2005
ActionAction Delibera N. 1317 del 26.04.2005
ActionAction Delibera N. 1533 del 09.05.2005
ActionAction Delibera N. 1626 del 17.05.2005
ActionAction Delibera N. 1705 del 17.05.2005
ActionAction Delibera N. 1749 del 23.05.2005
ActionAction Delibera N. 1884 del 30.05.2005
ActionAction Delibera N. 1999 del 06.06.2005
ActionAction Delibera N. 2039 del 13.06.2005
ActionAction Delibera N. 2225 del 20.06.2005
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ActionAction Delibera N. 2750 del 10.08.2005
ActionAction Delibera N. 2912 del 10.08.2005
ActionAction Delibera N. 3300 del 12.09.2005
ActionAction Delibera N. 3351 del 12.09.2005
ActionAction Delibera N. 3553 del 26.09.2005
ActionAction Delibera N. 3618 del 03.10.2005
ActionAction Delibera 3 ottobre 2005, n. 3647
ActionAction Delibera 3 ottobre 2005, n. 3652
ActionAction Delibera N. 3793 del 10.10.2005
ActionAction Delibera N. 3988 del 24.10.2005
ActionAction Delibera N. 4038 del 31.10.2005
ActionAction Delibera N. 4039 del 31.10.2005
ActionAction Delibera N. 1798 del 23.05.2005
ActionAction Delibera N. 2388 del 04.07.2005
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ActionAction Delibera N. 4052 del 31.10.2005
ActionAction Delibera N. 4753 del 12.12.2005
ActionAction Delibera N. 4897 del 19.12.2005
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ActionAction2004
ActionAction2003
ActionAction2002
ActionAction2001
ActionAction2000
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ActionAction Delibera N. 464 del 21.02.2000
ActionAction Delibera N. 622 del 28.02.2000
ActionAction Delibera N. 626 del 28.02.2000
ActionAction Delibera N. 1172 del 10.04.2000
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ActionAction25/11/1976 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 25 novembre 1976, n. 57
ActionAction03/12/1976 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 3 dicembre 1976, n. 58
ActionAction06/12/1976 - Legge provinciale 6 dicembre 1976, n. 49
ActionAction10/12/1976 - Legge provinciale 10 dicembre 1976, n. 48
ActionAction10/12/1976 - Legge provinciale 10 dicembre 1976, n. 52
ActionAction10/12/1976 - LEGGE PROVINCIALE 10 dicembre 1976, n. 53
ActionAction13/12/1976 - Legge provinciale 13 dicembre 1976, n. 50
ActionAction13/12/1976 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 13 dicembre 1976, n. 59
ActionAction23/12/1976 - Legge provinciale 23 dicembre 1976, n. 54
ActionAction23/12/1976 - Legge provinciale 23 dicembre 1976, n. 57
ActionAction23/12/1976 - Legge provinciale 23 dicembre 1976, n. 62
ActionAction28/12/1976 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 28 dicembre 1976, n. 62
ActionAction29/12/1976 - Legge provinciale 29 dicembre 1976, n. 56
ActionAction30/12/1976 - Legge provinciale 30 dicembre 1976, n. 59
ActionAction31/12/1976 - Legge provinciale 31 dicembre 1976, n. 55
ActionAction31/12/1976 - Legge provinciale 31 dicembre 1976, n. 58
ActionAction31/12/1976 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 31 dicembre 1976, n. 63
ActionAction31/12/1976 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 31 dicembre 1976, n. 64
ActionAction17/08/1976 - Legge provinciale 17 agosto 1976, n. 36
ActionAction31/07/1976 - Legge provinciale 31 luglio 1976, n. 27 —
ActionAction29/12/1976 - Legge provinciale 29 dicembre 1976, n. 61 
ActionAction26/05/1976 - Legge provinciale 26 maggio 1976, n. 18
ActionAction09/12/1976 - LEGGE PROVINCIALE 9 dicembre 1976, n. 60 —
ActionAction19/01/1976 - Legge provinciale 19 gennaio 1976, n. 6 
ActionAction24/05/1976 - Legge provinciale 24 maggio 1976, n. 17 
ActionAction25/06/1976 - LEGGE PROVINCIALE 25 giugno 1976, n. 25 —
ActionAction26/07/1976 - Decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 1976, n. 752
ActionAction18/12/1976 - LEGGE PROVINCIALE 18 dicembre 1976, n. 51 —
ActionAction10/11/1976 - Legge provinciale 10 novembre 1976, n. 45
ActionAction1975
ActionAction1974
ActionAction12/02/1974 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 12 febbraio 1974, n. 10
ActionAction13/02/1974 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 13 febbraio 1974, n. 12
ActionAction20/02/1974 - Decreto del Presidente della Giunta provinciale 20 febbraio 1974, n. 15
ActionAction06/03/1974 - Decreto del Presidente della Giunta provinciale 6 marzo 1974, n. 17
ActionAction09/04/1974 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 9 aprile 1974, n. 27
ActionAction15/01/1974 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 15 gennaio 1974, n. 3
ActionAction15/05/1974 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 15 maggio 1974, n. 39
ActionAction30/05/1974 - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 30 maggio 1974, n. 41
ActionAction12/06/1974 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 12 giugno 1974, n. 46
ActionAction09/09/1974 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 9 settembre 1974, n. 64
ActionAction12/09/1974 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 12 settembre 1974, n. 66
ActionAction28/01/1974 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 28 gennaio 1974, n. 7
ActionAction14/10/1974 - decreto del Presidente della giunta provinciale 14 ottobre 1974, n. 75
ActionAction14/11/1974 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 14 novembre 1974, n. 80
ActionAction02/12/1974 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 2 dicembre 1974, n. 86
ActionAction22/03/1974 - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 22 marzo 1974, n. 278
ActionAction22/03/1974 - Decreto del Presidente della Repubblica 22 marzo 1974, n. 279 
ActionAction22/03/1974 - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 22 marzo 1974, n. 280 —
ActionAction22/03/1974 - Decreto del Presidente della Repubblica22 marzo 1974, n. 381
ActionAction11/01/1974 - Legge provinciale 11 gennaio 1974, n. 1
ActionAction31/08/1974 - Legge provinciale 31 agosto 1974, n. 10
ActionAction31/08/1974 - Legge provinciale 31 agosto 1974, n. 11
ActionAction31/08/1974 - Legge provinciale 31 agosto 1974, n. 12
ActionAction31/08/1974 - Legge provinciale 31 agosto 1974, n. 13
ActionAction31/08/1974 - Legge provinciale 31 agosto 1974, n. 14
ActionAction07/10/1974 - Legge provinciale 7 ottobre 1974, n. 15
ActionAction02/11/1974 - Legge provinciale 2 novembre 1974, n. 16
ActionAction02/11/1974 - Legge provinciale 2 novembre 1974, n. 17
ActionAction08/11/1974 - Legge provinciale 8 novembre 1974, n. 18
ActionAction08/11/1974 - Legge provinciale 8 novembre 1974, n. 19
ActionAction12/07/1974 - Legge provinciale 12 luglio 1974, n. 2
ActionAction11/11/1974 - Legge provinciale 11 novembre 1974, n. 20
ActionAction08/11/1974 - Legge provinciale 8 novembre 1974, n. 21
ActionAction09/11/1974 - Legge provinciale 9 novembre 1974, n. 22
ActionAction08/11/1974 - Legge provinciale 8 novembre 1974, n. 23
ActionAction09/11/1974 - Legge provinciale 9 novembre 1974, n. 24
ActionAction09/11/1974 - Legge provinciale 9 novembre 1974, n. 25
ActionAction08/11/1974 - Legge provinciale 8 novembre 1974, n. 26 
ActionAction19/07/1974 - Legge provinciale 19 luglio 1974, n. 3
ActionAction19/07/1974 - Legge provinciale 19 luglio 1974, n. 4
ActionAction26/08/1974 - Legge provinciale 26 agosto 1974, n. 5
ActionAction26/08/1974 - Legge provinciale 26 agosto 1974, n. 6
ActionAction31/08/1974 - Legge provinciale 31 agosto 1974, n. 8
ActionAction02/09/1974 - Legge provinciale 2 settembre 1974, n. 9
ActionAction09/12/1974 - Legge provinciale 9 dicembre 1974, n. 27
ActionAction14/12/1974 - Legge provinciale 14 dicembre 1974, n. 28
ActionAction14/12/1974 - Legge provinciale 14 dicembre 1974, n. 29
ActionAction14/12/1974 - Legge provinciale 14 dicembre 1974, n. 30
ActionAction14/12/1974 - Legge provinciale 14 dicembre 1974, n. 31
ActionAction14/12/1974 - Legge provinciale 14 dicembre 1974, n. 32
ActionAction14/12/1974 - Legge provinciale 14 dicembre 1974, n. 33
ActionAction14/12/1974 - Legge provinciale 14 dicembre 1974, n. 34
ActionAction14/12/1974 - Legge provinciale 14 dicembre 1974, n. 35
ActionAction14/12/1974 - LEGGE PROVINCIALE 14 dicembre 1974, n. 36
ActionAction14/12/1974 - LEGGE PROVINCIALE 14 dicembre 1974, n. 38
ActionAction14/12/1974 - Legge provinciale 14 dicembre 1974, n. 39
ActionAction14/12/1974 - Legge provinciale 14 dicembre 1974, n. 40
ActionAction14/12/1974 - Legge provinciale 14 dicembre 1974, n. 37 
ActionAction31/08/1974 - Legge provinciale 31 agosto 1974, n. 7
ActionAction1973
ActionAction1972
ActionAction17/04/1972 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 17 aprile 1972, n. 12
ActionAction25/10/1972 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 25 ottobre 1972, n. 29
ActionAction31/08/1972 - Decreto del Presidente della Repubblica31 agosto 1972, n. 670
ActionAction11/03/1972 - Legge 11 marzo 1972, n. 118 
ActionAction11/01/1972 - Legge provinciale 11 gennaio 1972, n. 1
ActionAction16/06/1972 - Legge provinciale 16 giugno 1972, n. 10
ActionAction26/06/1972 - Legge provinciale 26 giugno 1972, n. 11
ActionAction28/06/1972 - Legge provinciale 28 giugno 1972, n. 12
ActionAction28/06/1972 - Legge provinciale 28 giugno 1972 , n. 13
ActionAction11/07/1972 - Legge provinciale 11 luglio 1972, n. 14
ActionAction20/08/1972 - Legge provinciale20 agosto 1972, n. 15 
ActionAction10/08/1972 - Legge provinciale 10 agosto 1972, n. 16
ActionAction16/08/1972 - Legge provinciale 16 agosto 1972, n. 17
ActionAction30/08/1972 - Legge provinciale 30 agosto 1972, n. 18 
ActionAction20/04/1972 - Legge provinciale 20 aprile 1972, n. 19
ActionAction24/01/1972 - Legge provinciale 24 gennaio 1972, n. 2
ActionAction14/06/1972 - Legge provinciale 14 giugno 1972, n. 20
ActionAction26/08/1972 - Legge provinciale 26 agosto 1972, n. 21
ActionAction29/08/1972 - Legge provinciale 29 agosto 1972, n. 22
ActionAction27/08/1972 - Legge provinciale 27 agosto 1972, n. 23
ActionAction29/08/1972 - Legge provinciale 29 agosto 1972, n. 24
ActionAction06/09/1972 - Legge provinciale 6 settembre 1972, n. 25
ActionAction06/09/1972 - Legge provinciale 6 settembre 1972, n. 26
ActionAction06/09/1972 - Legge provinciale 6 settembre 1972, n. 27
ActionAction29/08/1972 - LEGGE PROVINCIALE 29 agosto 1972, n. 28
ActionAction08/07/1972 - Legge provinciale 8 luglio 1972, n. 29
ActionAction24/01/1972 - Legge provinciale 24 gennaio 1972, n. 3
ActionAction01/11/1972 - Legge provinciale 1 novembre 1972, n. 30
ActionAction30/09/1972 - Legge provinciale 30 settembre 1972, n. 31
ActionAction03/12/1972 - Legge provinciale 3 dicembre 1972, n. 32
ActionAction03/12/1972 - Legge provinciale 3 dicembre 1972, n. 33
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ActionAction06/12/1972 - Legge provinciale 6 dicembre 1972, n. 35
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ActionAction06/12/1972 - Legge provinciale 6 dicembre 1972, n. 38
ActionAction22/12/1972 - Legge provinciale 22 dicembre 1972, n. 39
ActionAction21/02/1972 - LEGGE PROVINCIALE 21 febbraio 1972, n. 4 —
ActionAction18/03/1972 - Legge provinciale 18 marzo 1972, n. 5
ActionAction22/03/1972 - Legge provinciale 22 marzo 1972, n. 7
ActionAction22/03/1972 - Legge provinciale 22 marzo 1972, n. 8
ActionAction08/04/1972 - Legge provinciale 8 aprile 1972, n. 6
ActionAction29/04/1972 - Legge provinciale 29 aprile 1972, n. 9
ActionAction18/12/1972 - Legge provinciale 18 dicembre 1972, n. 44
ActionAction18/12/1972 - Legge provinciale 18 dicembre 1972, n. 45
ActionAction22/12/1972 - Legge provinciale 22 dicembre 1972, n. 41
ActionAction22/12/1972 - Legge provinciale 22 dicembre 1972, n. 43
ActionAction22/12/1972 - Legge provinciale 22 dicembre 1972, n. 46
ActionAction23/12/1972 - LEGGE PROVINCIALE 23 dicembre 1972, n. 47
ActionAction28/12/1972 - Legge provinciale 28 dicembre 1972, n. 42
ActionAction30/12/1972 - Legge provinciale 30 dicembre 1972, n. 40
ActionAction1971
ActionAction1970
ActionAction14/09/1970 - DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 14 settembre 1970, n. 2703
ActionAction13/04/1970 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 13 aprile 1970, n. 12
ActionAction23/06/1970 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 23 giugno 1970, n. 20
ActionAction27/10/1970 - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 27 ottobre 1970, n. 37
ActionAction02/01/1970 - Legge provinciale 2 gennaio 1970, n. 1
ActionAction01/06/1970 - Legge provinciale 1 giugno 1970, n. 10
ActionAction17/06/1970 - Legge provinciale 17 giugno 1970, n. 11
ActionAction17/06/1970 - Legge provinciale 17 giugno 1970, n. 12
ActionAction13/07/1970 - Legge provinciale 13 luglio 1970, n. 13
ActionAction23/07/1970 - Legge provinciale 23 luglio 1970, n. 14
ActionAction23/07/1970 - Legge provinciale 23 luglio 1970, n. 15
ActionAction25/07/1970 - Legge provinciale 25 luglio 1970, n. 16 —
ActionAction31/07/1970 - LEGGE PROVINCIALE 31 luglio 1970, n. 17
ActionAction08/09/1970 - Legge provinciale 8 settembre 1970, n. 18
ActionAction23/09/1970 - Legge provinciale 23 settembre 1970, n. 19
ActionAction15/01/1970 - Legge provinciale 15 gennaio 1970, n. 2
ActionAction23/09/1970 - Legge provinciale 23 settembre 1970, n. 20
ActionAction01/10/1970 - Legge provinciale 1 ottobre 1970, n. 21
ActionAction12/12/1970 - Legge provinciale 12 dicembre 1970, n. 22
ActionAction12/12/1970 - Legge provinciale 12 dicembre 1970, n. 23
ActionAction12/12/1970 - Legge provinciale 12 dicembre 1970, n. 24
ActionAction19/11/1970 - Legge provinciale 19 novembre 1970, n. 25
ActionAction19/11/1970 - Legge provinciale 19 novembre 1970, n. 26
ActionAction20/11/1970 - Legge provinciale 20 novembre 1970, n. 27
ActionAction20/11/1970 - Legge provinciale 20 novembre 1970, n. 28
ActionAction24/12/1970 - Legge provinciale 24 dicembre 1970, n. 29 
ActionAction15/01/1970 - Legge provinciale 15 gennaio 1970, n. 3
ActionAction20/02/1970 - Legge provinciale 20 febbraio 1970, n. 4
ActionAction04/03/1970 - Legge provinciale 4 marzo 1970, n. 5
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ActionAction18/05/1970 - Legge provinciale 18 maggio 1970, n. 7
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ActionAction15/10/1962 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 15 ottobre 1962, n. 62
ActionAction18/01/1962 - Legge provinciale 18 gennaio 1962, n. 1
ActionAction02/02/1962 - Legge provinciale 2 febbraio 1962, n. 2
ActionAction21/02/1962 - Legge provinciale 21 febbraio 1962, n. 3
ActionAction02/04/1962 - Legge provinciale 2 aprile 1962, n. 4
ActionAction15/05/1962 - Legge provinciale 15 maggio 1962, n. 5
ActionAction08/06/1962 - Legge provinciale 8 giugno 1962, n. 6
ActionAction21/08/1962 - Legge provinciale 21 agosto 1962, n. 7
ActionAction27/08/1962 - Legge provinciale 27 agosto 1962, n. 8
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